OM:Advaitic Songs(Drag City2012)

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Nonostante l’esplicito riferimento all’Advaita(antica filosofia indiana basata sul principio metafisico della Non-Dualità, per cui Realtà Individuale e Realtà Trascendente sono indivisibili),il quinto capitolo della discografia targata OM è in realtà un viaggio mistico- spirituale pan-globale, con cui Al Cisneros ed Emil Amos elaborano diversi concetti filosofoci , teologici  e  metafici in maniera personale e soggettiva, affrancandosi totalmente da qualsiasi credo religioso. Advaitic Songs è concettualmente diverso dal precedente God Is Good sia per una maggiore cura degli arrangiamenti che per l’uso di  una strumentazione più  varia (  a basso e batteria si aggiungono via via tablas,tastiere,violini,violoncelli e chitarre)che  amplia lo spettro sonoro del duo californiano, ora sempre piu’ distante dall’ortodossia stoner/doom e sempre piu’ orientato verso una forma ultradilatata di psichedelia pesante.

Un’ evocativa voce femminile recitante il Maha Mrityunjaya (Mantra della Grande Liberazione) caratterizza l’ iniziale Addis e ci proietta in una dimensione ipnotica senza spazio e senza tempo. La potenza sludge di State Of Non Return ci riporta  alle atmosfere di Variations On A Theme e Conference Of  The Birds prima di sfumare in una affascinante e inusuale coda orchestrale.Gethsemane è una struggente melodia che sorprende per il suo dinamismo ritmico ed è il brano che forse meglio rappresenta l’ evoluzione stilistica degli OM.Sinai  è drone /ambient oscura che si muove su pulsazioni psycho-dub(mi si conceda il termine), chiude l’ album la psichedelica Haqq Al Yaqqin  quasi interamente suonata da archi e percussioni. Advaitic Songs è un album superbo ,forse il piu’ riuscito della discografia degli OM  ,  nonchè uno dei dischi piu’ belli dell’ anno .