Mornig Phase, l’album che segna il ritorno sulle scene di Beck, si muove nel solco delle radici del folk-rock caliiforniano degli anni 60 e 70 ( Byrds, Gram Parsons,Crosby, Stills e Nash, Neil Young) recuperando le ambientazioni acustiche e introspettive che caratterizzarono uno dei suoi dischi più riusciti: Sea Change (2002) di cui può essere considerato complementare o se vogliamo, per ammissione dello stesso autore, il sequel ideale.
Registrato con lo stesso cast di musicisti (Jay Waronker, Smokey Holrmel, Justin Medal Johnsen,Roger Manning) che contribuirono a definire il sound di quell’album, Beck realizza tredici tracce dalla disarmante semplicità melodica ,che trasportano l’ ascoltatore in una dimensione quasi sospesa.Il tono generale dell’ album condivide con Sea Change un profondo senso di malinconia,ma meno votato al pessimismo e all’ autocommiserazione e piu’ orientato verso una visione positiva delle cose,tanto che l’artista californiano sembra addirittura divertirsi nello sfoggiare a tratti un songwriting raffinato abbinato a linee armoniche dinamiche e avvolgenti.
Morning Phase cresce ascolto dopo ascolto,pur mancando delle geniali provocazioni post-moderne e degli sperimentalismi di dischi quali Odelay o Midnite Vultures, convincendo soprattutto per gli eleganti arrangiamenti orchestrali di David Campbell, la particolare cura del suono e l’uso delle voci.
Completano il giudizio positivo le emozioni raccolte in Morning, Heart Is A Drum,Wave, Blackbird Chain e nella conclusiva Waking Light .